Terran, il vino del Krass/Carso

In occasione del recente Vinitaly 2018, visitando lo stand della Slovenia, ho incontrato un settore dedicato al Teran (Terrano), il vino rosso, a mio avviso, più espressivo del Carso / Kras per la sua rusticità che ben rappresenta un territorio aspro e tormentato, con tratti climatici (vento di bora) e geologici unici.  

Le cantine presenti
  • Čotovo Klet, Dutovlje;
  • CV Colja Vino, Komen;
  • Vina Vrabec, Dutovlje;
  • Vina Štoka, Dutovlje.
Note ampelografiche

Il vitigno Terrano è identico al Refǒsk o Refosco istriano (Maletić et al. 1999 e Kozjak et al. 2003), alla Cagnina e alla Rabiosa Nera (Vouillamoz 2012) e non ha affinità con il Refosco dal Peduncolo Rosso (Vouillamoz 2012).

Appunti di storia

la presenza della vite nell’areale carsico sarebbe antecedente alla conquista romana (178 a. C.). Plinio il Vecchio, nella sua Historia Naturalis, scrive di un vino prodotto da viti coltivate su un colle sassoso, non lontano dalle Bocche del Timavo (zona Duino): il “Pucinum.

Le prime menzioni del Terrano risultano da un documento datato 13 novembre 1340 riferito alle varietà coltivate a Barbana (Slovenia) di “Rabiole, Malvasie, Terrano bianco e vermiglio, Moscatello e Pignolo” (Fabbro et al. 2002). In passato era apprezzato per la sua alta percentuale di ferro, utile per curare l’anemia e oggi per il rilevante contenuto di antociani (resveratrolo). A Vienna, durante l’Impero Asburgico, era il vino consigliato alle puerpere.

Note di degustazione

I sei vini degustati sono l’espressione del Teran/Terrano: profumi di piccoli frutti neri, limitato contenuto tannico, alto grado di estratto e un’acidità quasi tagliente.

Vini che per la loro acidità possono destare qualche perplessità al consumatore che si avvicina al Teran per la prima volta.

I campioni che mi hanno sorpreso:

  • Izbrani Teran, 2016, Čotovo Klet, vinificato e affinato in acciaio, dal bel colore rosso rubino intenso, brillante, all’olfatto esprime profumi netti di frutti bosco neri (mirtillo, ribes, more di rovo), di sottobosco e di prugna con leggeri sentori vegetali, in bocca la prima sensazione è un’esplosione di acidità tipica del vino, seguita da una piacevole sapidità e sentori tattili ferrosi, un vino verticale, didattico, beverino.
  • Teran, I.T. Xold, 2004, CV Colja Vino, magnum, affinato in legno, al naso note di grafite, di china, d’inchiostro e speziate (pepe nero), complesso, elegante. In bocca è complesso ed elegante, l’acidità viva lo rende ancora giovane, piacevolissimo, lungo.
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